Dr.ssa Irina Matricoti, DVM, DipECVD

L’immunoterapia viene formulata per ciascun individuo in maniera specifica sulla base dei risultati del test per le allergie (skin test o esame sierologico). Questi test permettono di individuare gli allergeni nei confronti dei quali il soggetto reagisce.

Durante l’immunoterapia iniettabile, quantità crescenti di questi allergeni vengono somministrati per via sottocutanea al paziente per rendere il sistema immunitario tollerante. Quando si utilizza invece la formulazione orale, una dose costante di vaccino viene somministrata giornalmente dietro la gengiva.

L’immunoterapia è in grado di ridurre il prurito e l’infiammazione nel 60-70% dei pazienti. Alcuni animali non avranno bisogno di altre terapie, altri invece necessiteranno di un aiuto farmacologico. 

Gli effetti collaterali sono molto inferiori rispetto ad altri trattamenti.

Rischi potenziali includono:

  • Formazione di piccoli noduli nel punto di inoculo. Sono reazioni transitorie e di poco significato clinico.
  • Aumento del prurito nei giorni successivi alle iniezioni. Generalmente è un aumento transitorio che non richiede trattamenti. Talvolta è necessario ridurre la dose dell’immunoterapia.
  • Reazioni anafilattiche. Sono reazioni molto gravi ma fortunatamente estremamente rare. Se accadono, si verificano generalmente durante le prime somministrazioni. Per questo è consigliabile che la prima iniezione venga somministrata dal medico veterinario. E’ importante che il proprietario controlli il cane nella mezz’ora successiva alle prime 5-6 somministrazioni. I segni di una reazione anafilattica sono: agitazione, respiro affannoso, vomito, diarrea e collasso.

L’immunoterapia può impiegare fino a 9-12 mesi per essere efficace. Tuttavia la maggior parte dei pazienti rispondono molto prima. Generalmente è consigliabile un controllo a 3, 6 e 9 mesi per valutare la risposta del paziente. Se il trattamento risulta efficace andrebbe proseguita per tutta la vita dell’animale. In alcuni animali si riesce a sospendere il trattamento, generalmente dopo anni, senza che ripresentino ricadute.

Può essere utile per il proprietario tenere annotato su un quaderno la risposta del paziente nei primi mesi, in particolar modo l’eventuale comparsa di prurito o di nuove lesioni cutanee. In questo modo sarà più facile per il veterinario modificare la dose e la frequenza di somministrazione. Ad esempio, se il prurito peggiora conseguentemente ad un’iniezione, potrebbe significare che la dose è troppo alta. In questo caso può essere utile ritornare all’ ultima dose tollerata. Viceversa se il prurito diminuisce poco dopo un’iniezione ma aumenta prima dell’iniezione successiva, potrebbe essere necessario ridurre l’intervallo di somministrazione.

La frequenza delle somministrazioni, inoltre, può essere variata durante l’anno, soprattutto negli animali che presentano peggioramenti stagionali. È importante, comunque discutere ogni cambio di dose o frequenza di somministrazione con il dermatologo veterinario.